La valle del Sagittario
L'ALTA VALLE DEL SAGITTARIO
difficoltàItinerarionazioneregioneprovinciatipologia
MediaLa valle del SagittarioItaliaAbruzzoL'AquilaCross country
PartenzaAltitudineArrivoAltitudinekmtempodislivelloquota max
Passo Godi1600Passo Godi1600 182 h 30 m 10001800

Abruzzo - da Passo Godi, carrarecce e single track nel Parco d'Abruzzo, aspettando che lupi, orsi e camosci si facciano vivi. Dite che sarebbe una fortuna? E a Camporotondo a farvi paura troverete uno strappo al 25 per cento...
E se siete... fortunati incontrerete un orso

L'itinerario che proponiamo agli amici di MTB Magazine si sviluppa in comune di Scanno (Aq), nella porzione dell'alta Valle del Sagittario all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Si tratta di un percorso relativamente breve (circa 18 chilometri) ma molto tecnico, interamente pedalabile ed estremamente interessante dal punto di vista escursionistico ed ambientale. Sovente infatti, percorrendo questi sentieri, ci si imbatte in "incontri ravvicinati" con la fauna selvatica che popola la riserva naturale piú antica d'Italia: facile è incontrare cervi, caprioli, camosci, piú raro ma possibile avvistare degli esemplari di lupo o di orso. Il tracciato è solo una delle tante alternative a disposizione dei circa 50 bikers iscritti alla locale associazione. L'itinerario inizia e termina in località "Passo Godi", il valico sulla Strada Regionale n. 479, posto a circa 1600 metri di quota, che collega Scanno con Villetta Barrea. Sul passo, a 500 metri dagli insediamenti turistici (in direzione Scanno), ben evidente c'è un'area picnic dalla quale parte una strada sterrata, chiusa da una sbarra, che rappresenta la prima parte del percorso. La carrareccia è per alcune centinaia di metri pianeggiante, poi, in corrispondenza di una biforcazione (che si puó superare in entrambe le direzioni dal momento che le strade piú avanti si ricongiungono), prende a salire. Con una certa agilità si arriva sul vicino valico da cui inizia un tratto in leggera discesa divertente e molto panoramico: sulla sinistra si intravede l'elegante vetta del monte Godi, sulla destra si ammirano l'ampia valle del Sagittario ed, in lontananza, le prime case dell'abitato di Scanno. Percorsi 2,7 chilometri si giunge allo stazzo (ovvero rifugio in cui d'estate alloggiano i pastori) di Ziomas (1.583 metri sul livello del mare); da qui la carrareccia sale per circa 700 metri sino ad una bivio che bisogna superare prendendo a destra. Ulteriori 700 metri (ma di discesa) e ci si trova dinanzi ad un'altra biforcazione. Occorre proseguire dritti, seguendo un evidente cartello in legno indicante il sentiero n. 21A che conduce ai rifugio di Camporotondo. Efficace è in zona la rete sentieristica: molti percorsi montani sono segnati con delle bandierine di vernice di colore rosso-bianco-rosso, opportunamente numerati e su una cartina geografica Igm reperibile presso l'ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica (Iat) di Scanno. Tornando al nostro itinerario, dall'inizio del sentiero n. 21A è consigliabile parcheggiare la mountain bike e raggiungere a piedi, in due minuti, le vicine e visibili sorgenti del fiume Tasso (si trovano ad una quarantina di metri a valle), da cui sgorga una limpida acqua, freschissima anche nei piú torridi mesi d'estate. Dal bivio, la strada sale nella fresca faggeta, poi solcando dei ridenti pascoli; prima di svalicare nella splendida conca di Camporotondo c'è un tremendo strappo (pendenze fino al 25 per cento) che si supera in sella solo se si è molto allenati. II rifugio di Camporotondo (1.700 metri sul mare, a 6 chilometri dalla partenza) è sempre aperto e dotato di tutto il necessario per una rinfrancante sosta. La gestione della struttura è affidata all'impegno e alla cura degli escursionisti e bikers che la frequentano. Qui termina anche la carrareccia ed inizia il tratto in single track. Bisogna seguire l'indicazione (anche in questo caso c'è un cartello ben evidente) per il "Campo", sentiero n. 19A, che si imbocca passando a destra del rifugio. La mulattiera sale, a tratti in maniera impegnativa, sino ad una sella, posta a 1.796 metri di quota, da cui si scende sino al pianoro, appunto, del Campo (m. 1.714, a 7,5 chilometri dalla partenza). Anche in questa località, immancabile, c'è uno stazzo, non "attrezzato" ma utile in caso di avverse condizioni meteorologiche. In corrispondenza del piccolo edificio ci si immette sul sentiero numero 18 che, imboccato voltando a destra, presto inizia a scendere. Il sentiero, che attraversa il cosiddetto vallone di Capra Morta, è divertentissimo: si percorrono, nella bella faggeta, una lunga serie di tornanti, di radici sporgenti, di gradini di roccia, impegnativi ma pedalabili per il fondo della mulattiera ben compatto. In corrispondenza di alcuni insediamenti zootecnici (si sono percorsi 10 chilometri), riprende la carrabile, che di lí a poco si immette sulla strada de "Le Prata". Superato il bivio (posto a quota 1.226) prendendo a destra, si percorrono gli unici 200 metri di asfalto del nostro itinerario, dopodiché la strada torna a farsi bianca. La pista sale tendendo sempre sulla sinistra il fiume Tasso che giunti a quota 1.458 va guadato (14 chilometri dalla partenza). Dopo circa 300 (duri) metri ci si ritrova alle sorgenti del fiume ed all'incrocio con il sentiero 21A per Camporotondo. Questa volta peró bisogna andare a sinistra, per ripercorrere, al contrario, il tratto iniziale dell'escursione e tornare, quindi, a Passo Godi.

Antonio Carfagnini, Michele Ammanniti e Sergio Azzarello